La guida di Maria Maddalena

Maria Maddalena
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La guida di Maria Maddalena

Informazioni sulla città/località

Castel di Piero (l’attuale San Michele in Teverina) venne fondato intorno al 1164 da Piero di Mugnano, esponente della famiglia Baglioni di Perugia, molto potente in questa parte della Teverina e proprietaria del vicino Graffignano. Da questi, come era abitudine nei secoli XI e XII, prese il suo nome originario. Il centro divenne velocemente una fortificazione molto importante per il valore strategico determinato dalla sua particolare struttura. In età medievale Castel di Piero si estendeva infatti su un’area più vasta da quella attualmente occupata: l’abitato copriva l’intero promontorio, ancora oggi denominato il pontone, ed il centro era una fortezza praticamente inespugnabile, difesa con la torre, la casatorre ed i casseri e con gli altri tre lati a strapiombo sulle vallate circostanti. Nonostante la vicinanza al feudo di Civitella, Castel di Piero ebbe una vita politica a sé, ed i suoi signori furono per lo più al servizio della Santa Sede. Le differenti appartenenze determinarono nel corso dei secoli frequenti conflitti tra i due centri. Il primo documento datato in cui viene fatto esplicito riferimento al borgo è del 1173 e contiene un atto di omaggio al Comune di Viterbo. Un analogo atto di sottomissione al Comune di Orvieto risale invece al 1257. Questi atti furono molto utili ai signori del Castello in quanto assicurarono la protezione dei potenti Comuni vicini. Negli anni successivi alterne vicende portarono il feudo ora sotto i viterbesi, ora sotto gli orvietani mentre i veloci cambiamenti di alleanze resero la situazione della Teverina particolarmente instabile. Nella metà del XIV secolo con l’arrivo del cardinale Albornoz, incaricato da Papa Innocenzo III di riorganizzare il territorio dello stato Pontificio e di ristabilirvi l’autorità papale, il signore di Castel di Piero Simonetto II pose le sue armi al servizio del legato pontificio riportando importanti risultati. Come premio per l’aiuto prestato alla Chiesa, Simonetto Baglioni ottenne in custodia i castelli di Corchiano e Chia e la reggenza, per sessant'anni, del castello di Graffignano. Ebbe così inizio l’espansione territoriale del feudo e l’affermazione di questo ramo della famiglia Baglioni. Nel 1431 Papa Eugenio IV riconobbe Castel di Piero a Cecco Baglioni col titolo di Conte, e decretò l’unione dei feudi di Castel di Piero e Graffignano, che andarono a formare un’unica contea della quale faceva parte anche Sipicciano. Fu proprio in questo periodo che Castel di Piero raggiunse il suo massimo splendore: in alcuni documenti del 1474 i nomi dei signori del castello sono seguiti dagli aggettivi di “magnifico” e “potente”. Tuttavia nel corso del XVI secolo la famiglia Baglioni cominciò una inesorabile decadenza determinata dai contrasti ereditari che si scatenarono al suo interno. Nel 1522 il Papa Adriano VI espropriò il castello e nello stesso anno venne ordinata la distruzione della rocca. I beni verranno confiscati ed incarnati dalla Reverenda Camera Apostolica, che successivamente vendette la proprietà a Beatrice di Bertoldo Farnese e, dal 1528, il feudo fu per alcuni anni affidato alla contessa Caterina de’ Medici, moglie di Pirro Baglioni. Dopo questa data, tuttavia, continuarono i contrasti ereditari. È nella seconda metà del XVI secolo che, con la reggenza del conte Alberto Baglioni, si assiste alla rinascita del castello. Dopo aver ampliato il territorio del feudo con l’annessione di Roccalvecce (1555), inizia la costruzione del granaio per il Monte Frumentario, iniziano lavori di ricostruzione del palazzo baronale sfruttando le fondamenta già esistenti, e della della chiesa parrocchiale (l’attuale chiesa di San Michele Arcangelo), edifici demoliti nel 1523 per volere di Papa Adriano VI. La primitiva chiesetta rimasta semisepolta nell’area sottostante fu adibita a sepolcro fino alla costruzione dell’attuale cimitero di Santa Lucia. Nel 1579 Ottaviano Baglioni, figlio di Alberto, ordinò la compilazione dello Statuto di Castel di Piero che, giunto fino a noi, è oggi una importantissima fonte per la storia di San Michele nel XVI secolo. Il periodo di rinnovato splendore che attraversò Castel di Piero fu tuttavia di breve durata. Nel corso del XVII secolo si assiste infatti alla progressiva scomparsa della famiglia Baglioni dai territori dell’alta Teverina per l’esaurirsi della linea maschile di alcuni rami della famiglia. Castel di Piero passò così alla famiglia Simoncelli di Orvieto, per essere poi venduto, nel 1690, a Isidoro Benedetti di Spoleto. Nel 1725 il possedimento passò nelle mani del Conte Niccolò Benedetti che, in accordo con il Consiglio Comunale, chiese a Papa Benedetto XIII di cambiare nome del paese in “Nobil Terra di San Michele”, il papa accolse la richiesta con un documento del 22 gennaio 1726. Le vicende a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo risentono di ciò che negli stessi anni stava avvenendo in Francia. Nel 1789 anche nel territorio di San Michele fu fondata una Comune e venne nominato un governatore repubblicano. Per effetto delle leggi napoleoniche il conte rientrò temporaneamente in possesso dei suoi diritti ma nel 1809 perse nuovamente l’autorità politica in favore di un sindaco. Nel 1810 il municipio di San Michele riunì i territori di Castel Cellesi e Castiglione che, con decreto imperiale del 1812 divennero sue frazioni. Con la Restaurazione, nel 1814, il conte venne reinsediato nella sua carica, ma appena sei anni dopo rinunciò alla giurisdizione feudale esercitata sulle terre di San Michele che, per un periodo di circa sette anni (fino al 1827), fu unito al Comune di Civitella d’Agliano. Nel 1849 Giulio Montevecchi Benedetti vendette la contea al Pari di Francia Luigi Desiderato di Semonville di Montholon. Nel 1873, per differenziarsi da molte altre località che portavano il nome dell’Arcangelo Michele, il paese mutò nuovamente il suo nome nell’attuale “San Michele in Teverina”. Con Regio Decreto del 16 settembre 1927, il comune di San Michele viene definitivamente unito a quello di Civitella d’Agliano di cui diviene frazione, arrivando così all’epilogo delle vicende particolari del paese.
San Michele in Teverina
Castel di Piero (l’attuale San Michele in Teverina) venne fondato intorno al 1164 da Piero di Mugnano, esponente della famiglia Baglioni di Perugia, molto potente in questa parte della Teverina e proprietaria del vicino Graffignano. Da questi, come era abitudine nei secoli XI e XII, prese il suo nome originario. Il centro divenne velocemente una fortificazione molto importante per il valore strategico determinato dalla sua particolare struttura. In età medievale Castel di Piero si estendeva infatti su un’area più vasta da quella attualmente occupata: l’abitato copriva l’intero promontorio, ancora oggi denominato il pontone, ed il centro era una fortezza praticamente inespugnabile, difesa con la torre, la casatorre ed i casseri e con gli altri tre lati a strapiombo sulle vallate circostanti. Nonostante la vicinanza al feudo di Civitella, Castel di Piero ebbe una vita politica a sé, ed i suoi signori furono per lo più al servizio della Santa Sede. Le differenti appartenenze determinarono nel corso dei secoli frequenti conflitti tra i due centri. Il primo documento datato in cui viene fatto esplicito riferimento al borgo è del 1173 e contiene un atto di omaggio al Comune di Viterbo. Un analogo atto di sottomissione al Comune di Orvieto risale invece al 1257. Questi atti furono molto utili ai signori del Castello in quanto assicurarono la protezione dei potenti Comuni vicini. Negli anni successivi alterne vicende portarono il feudo ora sotto i viterbesi, ora sotto gli orvietani mentre i veloci cambiamenti di alleanze resero la situazione della Teverina particolarmente instabile. Nella metà del XIV secolo con l’arrivo del cardinale Albornoz, incaricato da Papa Innocenzo III di riorganizzare il territorio dello stato Pontificio e di ristabilirvi l’autorità papale, il signore di Castel di Piero Simonetto II pose le sue armi al servizio del legato pontificio riportando importanti risultati. Come premio per l’aiuto prestato alla Chiesa, Simonetto Baglioni ottenne in custodia i castelli di Corchiano e Chia e la reggenza, per sessant'anni, del castello di Graffignano. Ebbe così inizio l’espansione territoriale del feudo e l’affermazione di questo ramo della famiglia Baglioni. Nel 1431 Papa Eugenio IV riconobbe Castel di Piero a Cecco Baglioni col titolo di Conte, e decretò l’unione dei feudi di Castel di Piero e Graffignano, che andarono a formare un’unica contea della quale faceva parte anche Sipicciano. Fu proprio in questo periodo che Castel di Piero raggiunse il suo massimo splendore: in alcuni documenti del 1474 i nomi dei signori del castello sono seguiti dagli aggettivi di “magnifico” e “potente”. Tuttavia nel corso del XVI secolo la famiglia Baglioni cominciò una inesorabile decadenza determinata dai contrasti ereditari che si scatenarono al suo interno. Nel 1522 il Papa Adriano VI espropriò il castello e nello stesso anno venne ordinata la distruzione della rocca. I beni verranno confiscati ed incarnati dalla Reverenda Camera Apostolica, che successivamente vendette la proprietà a Beatrice di Bertoldo Farnese e, dal 1528, il feudo fu per alcuni anni affidato alla contessa Caterina de’ Medici, moglie di Pirro Baglioni. Dopo questa data, tuttavia, continuarono i contrasti ereditari. È nella seconda metà del XVI secolo che, con la reggenza del conte Alberto Baglioni, si assiste alla rinascita del castello. Dopo aver ampliato il territorio del feudo con l’annessione di Roccalvecce (1555), inizia la costruzione del granaio per il Monte Frumentario, iniziano lavori di ricostruzione del palazzo baronale sfruttando le fondamenta già esistenti, e della della chiesa parrocchiale (l’attuale chiesa di San Michele Arcangelo), edifici demoliti nel 1523 per volere di Papa Adriano VI. La primitiva chiesetta rimasta semisepolta nell’area sottostante fu adibita a sepolcro fino alla costruzione dell’attuale cimitero di Santa Lucia. Nel 1579 Ottaviano Baglioni, figlio di Alberto, ordinò la compilazione dello Statuto di Castel di Piero che, giunto fino a noi, è oggi una importantissima fonte per la storia di San Michele nel XVI secolo. Il periodo di rinnovato splendore che attraversò Castel di Piero fu tuttavia di breve durata. Nel corso del XVII secolo si assiste infatti alla progressiva scomparsa della famiglia Baglioni dai territori dell’alta Teverina per l’esaurirsi della linea maschile di alcuni rami della famiglia. Castel di Piero passò così alla famiglia Simoncelli di Orvieto, per essere poi venduto, nel 1690, a Isidoro Benedetti di Spoleto. Nel 1725 il possedimento passò nelle mani del Conte Niccolò Benedetti che, in accordo con il Consiglio Comunale, chiese a Papa Benedetto XIII di cambiare nome del paese in “Nobil Terra di San Michele”, il papa accolse la richiesta con un documento del 22 gennaio 1726. Le vicende a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo risentono di ciò che negli stessi anni stava avvenendo in Francia. Nel 1789 anche nel territorio di San Michele fu fondata una Comune e venne nominato un governatore repubblicano. Per effetto delle leggi napoleoniche il conte rientrò temporaneamente in possesso dei suoi diritti ma nel 1809 perse nuovamente l’autorità politica in favore di un sindaco. Nel 1810 il municipio di San Michele riunì i territori di Castel Cellesi e Castiglione che, con decreto imperiale del 1812 divennero sue frazioni. Con la Restaurazione, nel 1814, il conte venne reinsediato nella sua carica, ma appena sei anni dopo rinunciò alla giurisdizione feudale esercitata sulle terre di San Michele che, per un periodo di circa sette anni (fino al 1827), fu unito al Comune di Civitella d’Agliano. Nel 1849 Giulio Montevecchi Benedetti vendette la contea al Pari di Francia Luigi Desiderato di Semonville di Montholon. Nel 1873, per differenziarsi da molte altre località che portavano il nome dell’Arcangelo Michele, il paese mutò nuovamente il suo nome nell’attuale “San Michele in Teverina”. Con Regio Decreto del 16 settembre 1927, il comune di San Michele viene definitivamente unito a quello di Civitella d’Agliano di cui diviene frazione, arrivando così all’epilogo delle vicende particolari del paese.

Offerta Gastronomica

Un posto accogliente dove poter assaggiare prodotti locali (consiglio di assaggiare quelli con il tartufo), ma anche piatti a base di pesce. Molto carino lo spazio esterno dove poter mangiare durante il periodo estivo. Civitella d'Agliano, Località Madonna Del Portone 6, Civitella D' Agliano Tel. (+39) 0761 914119
Ristorante La Quercia
6 Localita' Madonna Del Portone
Un posto accogliente dove poter assaggiare prodotti locali (consiglio di assaggiare quelli con il tartufo), ma anche piatti a base di pesce. Molto carino lo spazio esterno dove poter mangiare durante il periodo estivo. Civitella d'Agliano, Località Madonna Del Portone 6, Civitella D' Agliano Tel. (+39) 0761 914119
Un ristorante attento alla stagionalità ed ai sapori tipici del nostro territorio con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Civitella d'Agliano, via G.Marconi 2 B, 01020 Tel. (+39) 0761 914607
Sapori dei Calanchi
2B Via Marconi
Un ristorante attento alla stagionalità ed ai sapori tipici del nostro territorio con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Civitella d'Agliano, via G.Marconi 2 B, 01020 Tel. (+39) 0761 914607
Posizionato a pochi metri di distanza dalla Casetta del Pastine, nel Forno di Loredana potrete trovare ottimi prodotti per le vostre colazioni, tanta pizza ed il pane, rigorosamente "sciapo" della nostra terra! Via Teverina, 1 - 01020 San Michele In Teverina (VT) Telefono: 0761 914800
Forno Artigianale Piciarelli
1 Via Teverina
Posizionato a pochi metri di distanza dalla Casetta del Pastine, nel Forno di Loredana potrete trovare ottimi prodotti per le vostre colazioni, tanta pizza ed il pane, rigorosamente "sciapo" della nostra terra! Via Teverina, 1 - 01020 San Michele In Teverina (VT) Telefono: 0761 914800
Anche il negozio di alimentari di Paolo si trova nei pressi della Casetta del Pastine. Qui potrete trovare degli ottimi prodotti stagionali ed anche a Km0. Via della Repubblica, 40 - 01020 San Michele In Teverina (VT) Telefono: 0761 914862
Alimentari di Paolo Arduini
40 Via della Repubblica
Anche il negozio di alimentari di Paolo si trova nei pressi della Casetta del Pastine. Qui potrete trovare degli ottimi prodotti stagionali ed anche a Km0. Via della Repubblica, 40 - 01020 San Michele In Teverina (VT) Telefono: 0761 914862
Per uno spuntino veloce o per una pizza da asporto o da mangiare in loco, la Pizzeria Antica Torre è certamente la soluzione che fa per voi, e su prenotazione c'è la possibilità di assaporare ottimi prodotti di rosticceria. Indirizzo: Piazza Cardinale Dolci, 2, 01020 Civitella D'agliano VT
Pizzeria L’Antica Torre
Per uno spuntino veloce o per una pizza da asporto o da mangiare in loco, la Pizzeria Antica Torre è certamente la soluzione che fa per voi, e su prenotazione c'è la possibilità di assaporare ottimi prodotti di rosticceria. Indirizzo: Piazza Cardinale Dolci, 2, 01020 Civitella D'agliano VT
In questo locale troverete un'ottima selezione di birre e vini e la possibilità di mangiare buonissimi hamburger e taglieri di salumi e formaggi locali. Per maggiori informazioni visita il sito internet del locale.
QuandoPosso
4 via antonio rizzardi
In questo locale troverete un'ottima selezione di birre e vini e la possibilità di mangiare buonissimi hamburger e taglieri di salumi e formaggi locali. Per maggiori informazioni visita il sito internet del locale.
Gli amanti della carne non possono non passare di qui! Il locale non è molto grande ma è molto caratteristico e d'estate solitamente è presente una zona pasti all'esterno. Si consiglia sempre di prenotare in anticipo. BISTECCHERIA PONZIANI Via Giacomo Matteotti, 57, Bagnoregio
Bisteccheria Ponziani
57 Via Giacomo Matteotti
Gli amanti della carne non possono non passare di qui! Il locale non è molto grande ma è molto caratteristico e d'estate solitamente è presente una zona pasti all'esterno. Si consiglia sempre di prenotare in anticipo. BISTECCHERIA PONZIANI Via Giacomo Matteotti, 57, Bagnoregio

Monumenti

La chiesa di San Michele Arcangelo sorge sul sito di una più antica chiesa risalente al XIII secolo, demolita nel 1523, insieme al palazzo, per volere di papa Adriano VI (1522-1523), come rappresaglia nei confronti dei conti Pirro e Carlo Baglioni, condomini delle terre di Castel di Piero, Graffignano e Sipicciano. I lavori di ricostruzione dell’edificio ebbero inizio nel 1569, e il 14 novembre 1572 la Chiesa venne consacrata all’Arcangelo Michele dal Vescovo Sperandio di Bagnoregio che concesse ai fedeli che avessero visitato la Chiesa nei giorni di questo anniversario, quaranta giorni di indulgenza plenaria. L’area sottostante occupata dalla primitiva chiesetta, rimasta semisepolta, venne adibita a sepolcro fino alla costruzione dell’attuale cimitero di Santa Lucia. La chiesa, che ha un’unica navata con cinque altari, ed è coperta da un tetto a carpiate lignee, è affiancata da una cappella di epoca posteriore realizzata nel 1757 insieme alla sagrestia. Al XVIII secolo risalgono probabilmente anche i lavori al campanile della chiesa. Fino ai primi del Novecento, sulla parte della torre che guarda verso il paese, si trovava un orologio, caduto in disuso dopo l’installazione nel 1913 di quello ancora oggi presente sulla torre dell’ex palazzo comunale di Piazza del Municipio.
St. Michele Arcangelo Church
La chiesa di San Michele Arcangelo sorge sul sito di una più antica chiesa risalente al XIII secolo, demolita nel 1523, insieme al palazzo, per volere di papa Adriano VI (1522-1523), come rappresaglia nei confronti dei conti Pirro e Carlo Baglioni, condomini delle terre di Castel di Piero, Graffignano e Sipicciano. I lavori di ricostruzione dell’edificio ebbero inizio nel 1569, e il 14 novembre 1572 la Chiesa venne consacrata all’Arcangelo Michele dal Vescovo Sperandio di Bagnoregio che concesse ai fedeli che avessero visitato la Chiesa nei giorni di questo anniversario, quaranta giorni di indulgenza plenaria. L’area sottostante occupata dalla primitiva chiesetta, rimasta semisepolta, venne adibita a sepolcro fino alla costruzione dell’attuale cimitero di Santa Lucia. La chiesa, che ha un’unica navata con cinque altari, ed è coperta da un tetto a carpiate lignee, è affiancata da una cappella di epoca posteriore realizzata nel 1757 insieme alla sagrestia. Al XVIII secolo risalgono probabilmente anche i lavori al campanile della chiesa. Fino ai primi del Novecento, sulla parte della torre che guarda verso il paese, si trovava un orologio, caduto in disuso dopo l’installazione nel 1913 di quello ancora oggi presente sulla torre dell’ex palazzo comunale di Piazza del Municipio.
Questa struttura che si trova davanti ai giardini comunali di San Michele in Teverina, nella parte nuova del paese, venne eretta nel 1857, e consacrata nel 1903. La chiesa ha una pianta a croce greca e al suo interno erano conservati molti oggetti provenienti dall’antica chiesa di San Michele Arcangelo. La costruzione è stata finanziata principalmente dalle confraternite del paese, i cui uomini e le cui donne prestarono gratuitamente il loro lavoro. È per questo che la chiesa assume per il paese un significato che trascende il valore artistico, in quanto opera collettiva, essa era considerata come prodotto e simbolo della solidarietà e della cooperazione di una intera comunità. Attualmente la struttura è chiusa, in attesa di essere ristrutturata.
Chiesa Immacolata Concezione
Questa struttura che si trova davanti ai giardini comunali di San Michele in Teverina, nella parte nuova del paese, venne eretta nel 1857, e consacrata nel 1903. La chiesa ha una pianta a croce greca e al suo interno erano conservati molti oggetti provenienti dall’antica chiesa di San Michele Arcangelo. La costruzione è stata finanziata principalmente dalle confraternite del paese, i cui uomini e le cui donne prestarono gratuitamente il loro lavoro. È per questo che la chiesa assume per il paese un significato che trascende il valore artistico, in quanto opera collettiva, essa era considerata come prodotto e simbolo della solidarietà e della cooperazione di una intera comunità. Attualmente la struttura è chiusa, in attesa di essere ristrutturata.
La Torre dei Monaldeschi così come la Rocca ad essa annessa è l’emblema di Civitella d’Agliano. È una torre di avvistamento, costruita per motivi tattico-difensivi, in blocchi di materiale tufaceo, alta m. 26.15 dal livello di Piazza Unità d’Italia alla terrazza di vedetta. La sua forma è quadrangolare e dall’ingresso si accede dal piano terra. La sua costruzione risale all’epoca del dominio orvietano, tra 1200 e 1300. La parte inferiore della costruzione in stile Senese, lascia però presupporre che la struttura abbia subito dei rifacimenti nel corso del XV secolo. Originariamente, per mezzo di ballatoi lignei poggianti su travi infisse alle pareti, l’interno era diviso in quattro locali coperti da volte a botte, illuminati da piccole finestre variamente disposte; soltanto il primo e l’ultimo piano erano coperti da volte in muratura. Il passaggio dal secondo al terzo piano e da questo al terrazzo, avveniva attraverso botole, accessibili con scale a pioli. Oggi è presente una scalinata continua che consente un comodo arrivo alla vetta, introdotta nella struttura nei primi anni Ottanta, in occasione della ristrutturazione del torre. Dalla Torre è possibile ammiarare una bellissima vista della Valle del Tevere e della Valle dei Calanchi, e può essere visitata contattando la ProLoco di Civitella (ufficio di Piazza Cardinal Dolci, Civitella d'Agliano, al piano terra del Municipio).
Torre dei Monaldeschi
La Torre dei Monaldeschi così come la Rocca ad essa annessa è l’emblema di Civitella d’Agliano. È una torre di avvistamento, costruita per motivi tattico-difensivi, in blocchi di materiale tufaceo, alta m. 26.15 dal livello di Piazza Unità d’Italia alla terrazza di vedetta. La sua forma è quadrangolare e dall’ingresso si accede dal piano terra. La sua costruzione risale all’epoca del dominio orvietano, tra 1200 e 1300. La parte inferiore della costruzione in stile Senese, lascia però presupporre che la struttura abbia subito dei rifacimenti nel corso del XV secolo. Originariamente, per mezzo di ballatoi lignei poggianti su travi infisse alle pareti, l’interno era diviso in quattro locali coperti da volte a botte, illuminati da piccole finestre variamente disposte; soltanto il primo e l’ultimo piano erano coperti da volte in muratura. Il passaggio dal secondo al terzo piano e da questo al terrazzo, avveniva attraverso botole, accessibili con scale a pioli. Oggi è presente una scalinata continua che consente un comodo arrivo alla vetta, introdotta nella struttura nei primi anni Ottanta, in occasione della ristrutturazione del torre. Dalla Torre è possibile ammiarare una bellissima vista della Valle del Tevere e della Valle dei Calanchi, e può essere visitata contattando la ProLoco di Civitella (ufficio di Piazza Cardinal Dolci, Civitella d'Agliano, al piano terra del Municipio).

Arte e Musei

IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE: LA SERPARA. Non lontano da Civitella, in località Serpara (lungo la stradina bianca che parte al km 26 della strada provinciale SP Teverina), è possibile ammirare il Giardino d'Artista di Paul Wiedmer e Jacqueline Dolder, luogo d’incontro fra arte e natura di estrema suggestione e originale interpretazione moderna della tradizione classica e rinascimentale del giardino all’italiana. All’interno del Parco di Sculture La Serpara sono presenti le sculture in ferro di Wiedmer e le opere lasciate negli anni da altri importanti artisti, che vanno a creare un vero e proprio museo all’aperto, la cui specificità sta nel suo particolare e personale riferimento alla storia delle origini. Il Parco è una proposta nascosta, riservata ideata per il visitatore, ma esso non vuole soltanto stimolare, vuole anche essere scoperto via via. Il giardino è visitabile su prenotazione.
La Serpara - the garden of Paul Wiedmer
IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE: LA SERPARA. Non lontano da Civitella, in località Serpara (lungo la stradina bianca che parte al km 26 della strada provinciale SP Teverina), è possibile ammirare il Giardino d'Artista di Paul Wiedmer e Jacqueline Dolder, luogo d’incontro fra arte e natura di estrema suggestione e originale interpretazione moderna della tradizione classica e rinascimentale del giardino all’italiana. All’interno del Parco di Sculture La Serpara sono presenti le sculture in ferro di Wiedmer e le opere lasciate negli anni da altri importanti artisti, che vanno a creare un vero e proprio museo all’aperto, la cui specificità sta nel suo particolare e personale riferimento alla storia delle origini. Il Parco è una proposta nascosta, riservata ideata per il visitatore, ma esso non vuole soltanto stimolare, vuole anche essere scoperto via via. Il giardino è visitabile su prenotazione.
Un piccolo museo, nel centro storico della limitrofa Civitella d'Agliano, ricavato all'interno di un antico Mulino. Nato dalla passione e dall'impegno dei membri dell'associazione "La Porta del Tempo". Questo luogo incantato vi regalerà un salto nel passato a cavallo di biciclette d'epoca, adattate dagli artigiani di un tempo per svolgere al meglio il proprio lavoro. (Prenotazione obbligatoria)
Mulino dei Mestieri
Un piccolo museo, nel centro storico della limitrofa Civitella d'Agliano, ricavato all'interno di un antico Mulino. Nato dalla passione e dall'impegno dei membri dell'associazione "La Porta del Tempo". Questo luogo incantato vi regalerà un salto nel passato a cavallo di biciclette d'epoca, adattate dagli artigiani di un tempo per svolgere al meglio il proprio lavoro. (Prenotazione obbligatoria)
C'era una volta un paese spopolato, da cui i pochi giovani rimasti se ne andavano in cerca di un futuro. Poi è arrivata l’idea di trasformare Sant’Angelo in un museo delle fiabe a cielo aperto. Il primo murale ad inaugurare il ciclo è stato quello di Alice: sta nella piazza principale e il suo orologio segna le 11 e 27 minuti perché è stato inaugurato il 27 novembre del 2017. E da allora è diventato davvero il paese delle meraviglie.
7 lokal ang nagrerekomenda
Sant'Angelo "Il Paese Delle Fiabe"
Strada Monte Secco
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C'era una volta un paese spopolato, da cui i pochi giovani rimasti se ne andavano in cerca di un futuro. Poi è arrivata l’idea di trasformare Sant’Angelo in un museo delle fiabe a cielo aperto. Il primo murale ad inaugurare il ciclo è stato quello di Alice: sta nella piazza principale e il suo orologio segna le 11 e 27 minuti perché è stato inaugurato il 27 novembre del 2017. E da allora è diventato davvero il paese delle meraviglie.
Il Museo territoriale del lago di Bolsena (Bolsena – VT), inaugurato il 5 maggio 1991, è ospitato nei meravigliosi locali medievali della Rocca Monaldeschi della Cervara e si articola in varie sezioni, sia di carattere archeologico sia naturalistico. Dal maggio del 2011 è presente al piano inferiore del museo un grande acquario d’acqua dolce, dove potrete incontrare le specie ittiche, i crostacei, gli anfibi e i molluschi più caratteristici del lago di Bolsena e dei fiumi del circondario.
Museo Territoriale del Lago di Bolsena e Acquario
1 Piazza Monaldeschi
Il Museo territoriale del lago di Bolsena (Bolsena – VT), inaugurato il 5 maggio 1991, è ospitato nei meravigliosi locali medievali della Rocca Monaldeschi della Cervara e si articola in varie sezioni, sia di carattere archeologico sia naturalistico. Dal maggio del 2011 è presente al piano inferiore del museo un grande acquario d’acqua dolce, dove potrete incontrare le specie ittiche, i crostacei, gli anfibi e i molluschi più caratteristici del lago di Bolsena e dei fiumi del circondario.
Per chi ama il vino e vuole conoscere la lunga storia che lo lega al nostro territorio. Il museo è inserito all’interno del suggestivo ed articolato complesso produttivo dei Conti Vaselli ovvero nella grande cantina distribuita su 5 piani (1° piano, piano terra e 4 piani sotterranei), non più in uso da quasi 20 anni. Il percorso è una discesa nella collina alla scoperta della produzione vinicola “di ieri”. Si scende per 27 metri sino a raggiungere la “Cattedrale” (al -4) in cui è possibile ammirare gigantesche botti del diametro di tre metri. Inoltre è possibile prenotare visite guidate e degustazioni!
MUVIS - Wine Museum and Sciences food and agriculture
Per chi ama il vino e vuole conoscere la lunga storia che lo lega al nostro territorio. Il museo è inserito all’interno del suggestivo ed articolato complesso produttivo dei Conti Vaselli ovvero nella grande cantina distribuita su 5 piani (1° piano, piano terra e 4 piani sotterranei), non più in uso da quasi 20 anni. Il percorso è una discesa nella collina alla scoperta della produzione vinicola “di ieri”. Si scende per 27 metri sino a raggiungere la “Cattedrale” (al -4) in cui è possibile ammirare gigantesche botti del diametro di tre metri. Inoltre è possibile prenotare visite guidate e degustazioni!
La Rocca dei Papi domina il centro abitato di Monefiascone, da qui potrete godere di una meravigliosa vista sul Lago di Bolsena e tutto il territorio circostante. Sulla Torre del Pellegrino è installato un binocolo che permette di vedere ben 4 regioni (Lazio, Toscana, Umbria e Abruzzo). L'aspetto attuale della rocca è legato in maniera particolare al lavoro di Antonio di Sangallo il Giovane, architetto rinascimentale a cui è dedicato il museo ospitato all'interno della struttura.
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Rocca dei Papi
Piazza Urbano V
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La Rocca dei Papi domina il centro abitato di Monefiascone, da qui potrete godere di una meravigliosa vista sul Lago di Bolsena e tutto il territorio circostante. Sulla Torre del Pellegrino è installato un binocolo che permette di vedere ben 4 regioni (Lazio, Toscana, Umbria e Abruzzo). L'aspetto attuale della rocca è legato in maniera particolare al lavoro di Antonio di Sangallo il Giovane, architetto rinascimentale a cui è dedicato il museo ospitato all'interno della struttura.

Nelle vicinanze

Civita di Bagnoregio rappresenta uno dei siti più affascinanti della Valle dei Calanchi. Da molti conosciuta come "la città che muore", a causa dei lenti fenomeni erosivi che agiscono sullo sperone tufaceo sul quale sorge, si presenta oggi come un'isola al centro della valle.
Civita di Bagnoregio
Civita di Bagnoregio rappresenta uno dei siti più affascinanti della Valle dei Calanchi. Da molti conosciuta come "la città che muore", a causa dei lenti fenomeni erosivi che agiscono sullo sperone tufaceo sul quale sorge, si presenta oggi come un'isola al centro della valle.
Celleno fu prima colpito da epidemie, poi da frane, eventi terribili avvenuti in anni non precisati, infine distrutto da un terremoto nel 1931, ed oggi è considerato un borgo fantasma. È nato da alcuni anni un progetto di recupero e di riqualificazione del borgo chiamato “Il Borgo Fantasma di Celleno”.
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Celleno Il Borgo Fantasma
SP11
6 lokal ang nagrerekomenda
Celleno fu prima colpito da epidemie, poi da frane, eventi terribili avvenuti in anni non precisati, infine distrutto da un terremoto nel 1931, ed oggi è considerato un borgo fantasma. È nato da alcuni anni un progetto di recupero e di riqualificazione del borgo chiamato “Il Borgo Fantasma di Celleno”.
Protagoniste indiscusse alle Terme dei Papi sono le risorse naturali come l’acqua termale della Sorgente Bullicame e il fango naturale estratto dal laghetto del Bagnaccio. Le Terme dei Papi offrono il piacere di immergersi nella Monumentale Piscina Termale di oltre 2000 mq, di rilassarsi all'interno della Grotta Naturale o di godere di numerosi trattamenti benefici per la salute del corpo e della mente.
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Terme dei Papi
12 Str. Bagni
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Protagoniste indiscusse alle Terme dei Papi sono le risorse naturali come l’acqua termale della Sorgente Bullicame e il fango naturale estratto dal laghetto del Bagnaccio. Le Terme dei Papi offrono il piacere di immergersi nella Monumentale Piscina Termale di oltre 2000 mq, di rilassarsi all'interno della Grotta Naturale o di godere di numerosi trattamenti benefici per la salute del corpo e della mente.
Viterbo è definita da secoli la Città dei Papi, in memoria del periodo in cui la sede papale fu appunto spostata in questa città che ancora porta i segni di quel fasto, pur avendo origini ancora più antiche. Capoluogo di antica origine etrusca e di grandi tradizioni storiche, conserva un assetto monumentale tra i più importanti del Lazio.
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Palazzo dei Papi di Viterbo
1-8 Piazza S. Lorenzo
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Viterbo è definita da secoli la Città dei Papi, in memoria del periodo in cui la sede papale fu appunto spostata in questa città che ancora porta i segni di quel fasto, pur avendo origini ancora più antiche. Capoluogo di antica origine etrusca e di grandi tradizioni storiche, conserva un assetto monumentale tra i più importanti del Lazio.
Orvieto da sempre nota per le sue tre meraviglie, Duomo, Rupe e Pozzo di San Patrizio, offre in realtà molte più attrattive di natura non solo artistica ma anche naturalistica ed archeologica. La sua intima e profonda sfera sotterranea rappresenta un altro aspetto caratterizzante e affascinante.
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Duomo ng Orvieto
26 Piazza del Duomo
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Orvieto da sempre nota per le sue tre meraviglie, Duomo, Rupe e Pozzo di San Patrizio, offre in realtà molte più attrattive di natura non solo artistica ma anche naturalistica ed archeologica. La sua intima e profonda sfera sotterranea rappresenta un altro aspetto caratterizzante e affascinante.
Territorio carico di misteri, ambivalenze e riferimenti alchemici, il Sacro Bosco è un un labirinto simbolico, un enigmatico percorso iniziatico fatto costruire nel XVI secolo da Pierfrancesco II Orsini, detto Vicino. Si tratta di un mondo a sé.
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Parke ng Mostri
Località Giardino
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Territorio carico di misteri, ambivalenze e riferimenti alchemici, il Sacro Bosco è un un labirinto simbolico, un enigmatico percorso iniziatico fatto costruire nel XVI secolo da Pierfrancesco II Orsini, detto Vicino. Si tratta di un mondo a sé.
La sua creazione si deve a Jacopo Barozzi da Vignola, come per il Palazzo Farnese di Caprarola, da cui però si distingue per architettura e stile. Iniziato nel 1511, venne terminato nel 1566 su commissione del Cardinale Gianfrancesco Gambara.
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Villa Lante
71 Via Jacopo Barozzi
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La sua creazione si deve a Jacopo Barozzi da Vignola, come per il Palazzo Farnese di Caprarola, da cui però si distingue per architettura e stile. Iniziato nel 1511, venne terminato nel 1566 su commissione del Cardinale Gianfrancesco Gambara.
La città conserva un ricchissimo patrimonio accumulato in tremila anni di storia. Oltre che in superficie, la città riserva sorprese emozionanti anche nel sottosuolo con il suggestivo percorso della Narni sotterranea, e sembra che questa cittadina abbia ispirato C.S. Lewis nella scrittura de "Le Cronache di Narnia".
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Narni Sotterranea
12 Via S. Bernardo
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La città conserva un ricchissimo patrimonio accumulato in tremila anni di storia. Oltre che in superficie, la città riserva sorprese emozionanti anche nel sottosuolo con il suggestivo percorso della Narni sotterranea, e sembra che questa cittadina abbia ispirato C.S. Lewis nella scrittura de "Le Cronache di Narnia".
Già dal sedicesimo secolo il parco e i giardini costituirono una componente essenziale del palazzo. Per il ‘gran cardinale’ Alessandro Farnese e i suoi contemporanei del tardo Rinascimento i viali alberati, i casini di delizie e di riposo, come pure le fontane e i giochi d’acqua svolgevano un ruolo preciso, che andava al di là del piano meramente esornativo.
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Villa Farnese
1 Piazza Farnese
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Già dal sedicesimo secolo il parco e i giardini costituirono una componente essenziale del palazzo. Per il ‘gran cardinale’ Alessandro Farnese e i suoi contemporanei del tardo Rinascimento i viali alberati, i casini di delizie e di riposo, come pure le fontane e i giochi d’acqua svolgevano un ruolo preciso, che andava al di là del piano meramente esornativo.
Il Borgo dei Pescatori è una località di Marta (VT) situata sulla sponda meridionale del lago di Bolsena e rappresenta sicuramente una delle zone più caratteristiche e pittoresche del paese nonché una delle più visitate dell'intero bacino lacustre.
Borgo dei Pescatori
Il Borgo dei Pescatori è una località di Marta (VT) situata sulla sponda meridionale del lago di Bolsena e rappresenta sicuramente una delle zone più caratteristiche e pittoresche del paese nonché una delle più visitate dell'intero bacino lacustre.
La rocca Farnese è il simbolo di Capodimonte, si trova nel punto più alto del suo centro storico sopra ad uno scoglio vulcanico che affaccia direttamente sul lago di Bolsena. L’edificio nasce per volontà degli antichi signori di Bisenzio e deve la sua bellissima struttura a pianta quadrangolare all’estro architettonico di Antonio da Sangallo il Giovane. Una villa fortezza nella quale risiedeva la nobile casata dei Farnese e nelle cui stanze hanno soggiornato alcuni di più importanti papi della storia. Oggi il palazzo o anche detto rocca Farnese, si presenta circondato da un rigoglioso giardino con alberi ornamentali, siepi e aiuole in stile “all’italiana”. Attualmente è di proprietà privata, ma una parte della rocca è destinata all’accoglienza turistica che si svolge con visite guidate su richiesta. Questo maestoso palazzo dal valore storico ed architettonico inestimabile, inoltre, si lega alla storia personale di Giulia Farnese, sorella del pontefice Paolo III, che secondo molti studiosi sarebbe nata proprio all’interno delle stanze di questo palazzo. Se pur complesso accertare la totale autenticità di questo curioso aneddoto, quello che sicuramente rappresenta questo edificio è un passato glorioso che ha dato e tolto molto al borgo di Capodimonte. La rocca Farnese è un luogo fiabesco, un castello da sogno ma soprattutto un importante pezzo di memoria storica indelebile del piccolo borgo di Capodimonte.
Rocca Farnese
1 Piazza della Rocca
La rocca Farnese è il simbolo di Capodimonte, si trova nel punto più alto del suo centro storico sopra ad uno scoglio vulcanico che affaccia direttamente sul lago di Bolsena. L’edificio nasce per volontà degli antichi signori di Bisenzio e deve la sua bellissima struttura a pianta quadrangolare all’estro architettonico di Antonio da Sangallo il Giovane. Una villa fortezza nella quale risiedeva la nobile casata dei Farnese e nelle cui stanze hanno soggiornato alcuni di più importanti papi della storia. Oggi il palazzo o anche detto rocca Farnese, si presenta circondato da un rigoglioso giardino con alberi ornamentali, siepi e aiuole in stile “all’italiana”. Attualmente è di proprietà privata, ma una parte della rocca è destinata all’accoglienza turistica che si svolge con visite guidate su richiesta. Questo maestoso palazzo dal valore storico ed architettonico inestimabile, inoltre, si lega alla storia personale di Giulia Farnese, sorella del pontefice Paolo III, che secondo molti studiosi sarebbe nata proprio all’interno delle stanze di questo palazzo. Se pur complesso accertare la totale autenticità di questo curioso aneddoto, quello che sicuramente rappresenta questo edificio è un passato glorioso che ha dato e tolto molto al borgo di Capodimonte. La rocca Farnese è un luogo fiabesco, un castello da sogno ma soprattutto un importante pezzo di memoria storica indelebile del piccolo borgo di Capodimonte.

Visite turistiche

Dalle limpide acque del Lago di Bolsena, uno dei laghi vulcanici più estesi al mondo – secondo solo al lago Titicaca in Perù – sorge l’Isola Bisentina. La gemma più preziosa della Tuscia è un’oasi rigogliosa, tempio di natura e arte. Un luogo di contemplazione la cui storia si perde nei secoli. Informazioni per le visite possono essere reperite sul sito internet: isolabisentina (punto) org
Isola Bisentina
Dalle limpide acque del Lago di Bolsena, uno dei laghi vulcanici più estesi al mondo – secondo solo al lago Titicaca in Perù – sorge l’Isola Bisentina. La gemma più preziosa della Tuscia è un’oasi rigogliosa, tempio di natura e arte. Un luogo di contemplazione la cui storia si perde nei secoli. Informazioni per le visite possono essere reperite sul sito internet: isolabisentina (punto) org

Attività all'aria aperta

Contatta il team del Rancho dei Calanchi, lo splendido maneggio immerso nella Valle dei Calanchi, a pochi chilometri di distanza da noi. Potrai prenotare attività con i pony per i bambini o escursioni a cavallo nella Valle per i più esperti!
Ranch dei Calanchi
Contatta il team del Rancho dei Calanchi, lo splendido maneggio immerso nella Valle dei Calanchi, a pochi chilometri di distanza da noi. Potrai prenotare attività con i pony per i bambini o escursioni a cavallo nella Valle per i più esperti!
Contatta Orvieto Bike Experince per organizzare uscite in bici e per scoprire gli itinerari più adatti alle tue necessità.
Orvieto Bike Experience
Contatta Orvieto Bike Experince per organizzare uscite in bici e per scoprire gli itinerari più adatti alle tue necessità.
Bellissimo progetto a soli 15 km dal nostro Borgo con percorsi e attività per conoscere da vicino le meraviglie della Valle dei Calanchi (adatto anche ai bambini). Il Museo Naturalistico di Lubriano ed il Monumento Naturale Balza di Seppie, sono una delle porte di ingresso alla meravigliosa Valle dei Calanchi.
Museo Naturalistico di Lubriano
12 Piazza Col di Lana
Bellissimo progetto a soli 15 km dal nostro Borgo con percorsi e attività per conoscere da vicino le meraviglie della Valle dei Calanchi (adatto anche ai bambini). Il Museo Naturalistico di Lubriano ed il Monumento Naturale Balza di Seppie, sono una delle porte di ingresso alla meravigliosa Valle dei Calanchi.
Il Giardino delle peonie è un luogo speciale, unico al mondo. Immersa nella natura, la rara collezione di peonie si estende a perdita d’occhio su una superficie di quindici ettari, tra lecci, cipressi, querce e ulivi secolari. La collezione del Centro Botanico Moutan raccoglie oltre 250.000 piante, tra cui circa 600 differenti varietà.
Centro Botanico Moutan - Il Giardino delle Peonie
Il Giardino delle peonie è un luogo speciale, unico al mondo. Immersa nella natura, la rara collezione di peonie si estende a perdita d’occhio su una superficie di quindici ettari, tra lecci, cipressi, querce e ulivi secolari. La collezione del Centro Botanico Moutan raccoglie oltre 250.000 piante, tra cui circa 600 differenti varietà.
Gli amanti del birdwatching non possono perdersi un giro per questa meravigliosa oasi! Ogni anno decine di migliaia di esemplari appartenenti a centinaia di specie di uccelli, percorrendo una delle principali rotte migratorie esistenti, si imbattono nel lago di Alviano: un parco di 900 ettari, sottoposto a tutela fin dagli anni '70 (la prima area protetta dell'Umbria), ed oggi riconosciuto di importanza internazionale nell'ambito della Rete Natura 2000.
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Oasi wwf Lago di Alviano
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Gli amanti del birdwatching non possono perdersi un giro per questa meravigliosa oasi! Ogni anno decine di migliaia di esemplari appartenenti a centinaia di specie di uccelli, percorrendo una delle principali rotte migratorie esistenti, si imbattono nel lago di Alviano: un parco di 900 ettari, sottoposto a tutela fin dagli anni '70 (la prima area protetta dell'Umbria), ed oggi riconosciuto di importanza internazionale nell'ambito della Rete Natura 2000.
Il lago di Bolsena è il più grande lago vulcanico d'Europa. Qui potrai trascorrere momenti indimenticabili tra acque cristalline e locali a pochi passi dalla spiaggia. Osservando Bolsena e il suo lago, si ha subito l'impressione che la natura si sia impegnata nel rendere questa terra unica: un luogo in cui i principali elementi si sono fusi assieme costruendo un panorama irripetibile.
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Lawa ng Bolsena
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Il lago di Bolsena è il più grande lago vulcanico d'Europa. Qui potrai trascorrere momenti indimenticabili tra acque cristalline e locali a pochi passi dalla spiaggia. Osservando Bolsena e il suo lago, si ha subito l'impressione che la natura si sia impegnata nel rendere questa terra unica: un luogo in cui i principali elementi si sono fusi assieme costruendo un panorama irripetibile.
Le terme libere di Saturnia sono famose nel mondo per il favoloso contesto naturalistico che le adorna. Alle Cascate del Mulino le acque fluiscono a cascata da un livello di vasche all’altro, ad una temperatura piacevole anche d’inverno.
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Mga Talon ng Cascate del Mulino
9/a Strada Vicinale Molino del Bagno
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Le terme libere di Saturnia sono famose nel mondo per il favoloso contesto naturalistico che le adorna. Alle Cascate del Mulino le acque fluiscono a cascata da un livello di vasche all’altro, ad una temperatura piacevole anche d’inverno.
Le acque termali di questo piccolo e particolare impianto potranno essere un piacevole momento di refrigerio per la calura estiva!
Terme di Ramici
SP87
Le acque termali di questo piccolo e particolare impianto potranno essere un piacevole momento di refrigerio per la calura estiva!